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L’allenamento ottimale e la ricerca dell’equilibrio perfetto in sala pesi

Pebble in the center of the bending of the arc

L’ambiente della sala pesi, come la realtà più ampia delle attività sportive, prevede un curva costante di apprendimento e ricerca della perfezione in termini di efficacia di risultati e benessere, nella duplice forma di salute e senso estetico.
Un rapporto che potrebbe attestarsi a: massima resa : poco tempo, con il rischio di incorrere in mancanza di cultura dello sport : poco sforzo/impegno.
Uno stile, quello dello sportivo di sala pesi, spesso legato a stereotipi di successo, che non sempre passano da una corretta alimentazione a un’attività sana e regolare che duri nel tempo.
Ti trovi (da personal trainer) a dover prima “de-costruire” preconcetti e cattive abitudini del fruitore “last minute”, prima di entrare in merito ad un ripensamento del proprio fisico e delle sue potenzialità.
Ma questo allenamento “ottimale”, esiste davvero?
Ci vorrebbero pagine per parlare di tutti i sistemi di allenamento esistenti (e superati) che parlano delle principali forme di sollecitazione fisica, tra tecniche votate all’allenamento breve, intenso, organizzato, per entrare in concetti di resistenza, forza, rapidità, mobilità articolare e capacità di coordinazione…
Fiumi di parole, difficilmente sintetizzabili.
Potremmo parlare di Mentzer, Massaroni, Brown o altri grandi riferimenti.
Tutto questo considerando l’aspetto psicologico legato all’allenamento: fattore coadiuvante per la resa finale ed attore principale nello sport (e non solo) in quello “che poi diventeremo”.
Il corpo è una macchina meravigliosa dotata di capacità straordinarie.
E’ fatto di equilibri e per questo di gradualità verso stimoli esterni in un allenamento “su misura“, perché ogni corpo è diverso.
Un sistema che passa tramite un’alimentazione ed un riposo adeguato.
Un’ ampia visione del modo di vivere lo sport e la ricerca del concetto di perfezione che non deve diventare disturbo psicologico (Vigoressia – ossessione per il proprio aspetto fisico).
Così anche la psiche deve partecipare attivamente al lavoro avendo un ruolo principale (già per natura) sul funzionamento di tutta una serie di reazioni biochimiche e dei modificatori dei principali parametri fisiologici.
Costruire le basi del proprio lavoro in sala pesi deve passare per un dialogo attento di tutti questi aspetti, evitando una esasperata rincorsa del primo “gonfiore dei muscoli”.
L’allenamento ottimale diventa la traduzione della capacita di rispettare se stessi, crescendo gradualmente la percezione psicofisica del proprio indotto, superando il concetto del limite (pur rispettandolo).
Ricostruire il proprio equilibrio interiore e il concetto di  “stare bene”, strizzando l’occhio ad una visione del corpo armoniosa e bella da vedere; il tutto senza esasperazione.
Solo cosi l’obiettivo sarà centrato e pieno di soddisfazioni, non ricercando la perfezione al minor “prezzo” possibile ma l’equilibrio al miglior beneficio possibile per la nostra mente e il nostro corpo; ma serve passione e sudore e il resto è disciplina. I risultati poi arrivano sempre.

Jacopo Raffaele